domenica 8 aprile 2018

BRIGATE NERE: STORIA DI UOMINI CHE NON TRADIRONO


di Marco Tuccillo (Defend Italia)

Le Brigate Nere erano un corpo militare della Repubblica Sociale Italiana, che operò militarmente e politicamente nell'Italia settentrionale dopo l'armistizio dell'8 Settembre 1943 firmato dal Governo Badoglio.

Dopo essere stato liberato dai paracadutisti tedeschi dell'Obersturmbannführer Otto Skorzeny, il 30 Giugno 1944, Benito Mussolini istituì le Brigate Nere col decreto legislativo 446 XXII. 

Furono istituite in numero di 39, una per ogni provincia e ognuna portava il nome di una Caduto del Fascismo Repubblicano. 

La forza era di 110.000 uomini. 

Comandante Generale delle Brigate fu, sin dall'inizio, il segretario 

del partito, Alessandro Pavolini.

Gli aderenti alle Brigate Nere vennero denominati ufficialmente  "Squadristi", esattamente come i componenti delle famose "squadre d'azione" del primo fascismo degli anni '20, per evidenziare ancora di più il richiamo alla tradizione originaria dell'idea.

Ogni Segretario Federale del PFR, diveniva automaticamente il comandante della Brigata Nera formata nella propria Federazione. 

Ogni Brigata Nera era suddivisa teoricamente in 2 o 3 battaglioni, suddivisi a loro volta in Compagnie. Sin dalla sua istituzione, il Corpo Ausiliario delle Squadre d'Azione di Camicie Nere suddivise il personale delle Brigate Nere in tre categorie: Volontari Permanenti, Ausiliari di pronto impiego e Ausiliari di 2° categoria.

Per quel che concerne l'armamento per milite, secondo documentazioni fotografiche e testimonianze varie, non vi era una vera e propria omogeneità bensì una grande varietà di armi che fossero di squadra o reparto.

Le uniformi, invece, prevedevano la classica camicia nera per i regolari ma sul campo di battaglia, questa, veniva sostituita da maglioni, giubbotti e altri indumenti più consoni ad un approccio militare o bellico.

Anche per i gradi, all'inizio quando venne istituita la formazione delle Brigate Nere, non vi erano veri e propri segni distintivi ma solamente delle cordelline su spalla, che venivano utilizzate per identificare il ruolo del milite.

Con il passare del tempo, vennero sostituite le cordelline per passare alla metodologiautilizzata dalla Guardia Nazionale Repubblicana.

Nel campo operativo le Brigate Nere non potevano usufruire, come spiegato prima, di ottimi armamementi o equipaggiamenti vari, per questo il loro ruolo bellico non vanta gesta di eclatanti successi dal punto di vista militare e strategico; ma sicuramente la loro qualità stava nel coraggio, nell'ardore e nella fede riposta verso l'ideale, furono proprio questi i valori che contraddistinsero i militi delle Brigate Nere.

Vi furono Brigate Nere, reputate altamente affidabili dai comandi RSI, che vennero impiegate in operazioni militari contro gli Alleati ma la maggiore efficacia dei militi si vedeva nelle azioni di anti-guerriglia contro i partigiani, in particolar modo in Toscana, Piemontee Lombardia.

Avvenuta la "liberazione" e il conseguente crollo della Repubblica Sociale Italiana, moltissimi militi delle Brigate Nere furono sottoposti a torture di ogni genere ed esecuzioni ad opera dei partigiani.