venerdì 6 aprile 2018

GLI USSARI ALATI COME I 300 DI SPARTA, TERRORE DELLE ORDE ORIENTALI



di Marco Tuccillo (Defend Italia)

Nel Settembre del 1683, l'intera Europa rischiava di sprofondare e capitolare definitivamente sotto l'incredibile forza dell'esercito imperiale ottomano guidato dal sultano Kara Mustafa Pasha.

Il Sultano, approfittò delle lotte intestine tra Europei per poter compattare tutte le sue forze verso Vienna, rendendo questo territorio il ventre molle d'Europa Cristiana.

L'Impero Ottomano era ben sicuro di potercela fare, in quanto superava di gran lunga il numerico dei difensori, loro avversari, ma anche per quanto riguardava equipaggiamento ed armamento risultavano nettamente superiori.

Una volta schiacciata Vienna, l'esercito del Sultano, avrebbe marciato alla volta di Roma, sottomettendo e conquistando l'Europa una volta per tutte, piegandolo alla volontà dell'Islam.

A dispetto delle antipatie e delle antiche rivalità che opponeva tra loro i sovrani cristiani (cattolici, protestanti o ortodossi), il grande lavoro diplomatico voluto da Papa Innocenzo XI riuscì a mettere insieme una coalizione che, seppur numericamente inferiore rispetto a quella ottomana, fu in grado di salvare il Sacro Romano Impero dall’invasione e dalla devastazione.

Eroe e mito assoluto della vittoria cristiana fu il Re polacco Giovanni III Sobieski, a cui venne conferito il ruolo di comandante supremo delle compagnie subentrate in difesa di Vienna. Fu soprattutto lui, insieme ai suoi temibili ussari alati, ad avere la meglio sugli spietati ottomani fedeli all’ambizioso gran visir Pasha.

Gli Ussari alati furono determinanti per la vittoria finale della Lega Santa; quest'ultimi, tremila soldati, caricarono i nemici ottomani che presidiavano il Monte Calvo, costringendoli alla resa e alla ritirata definitiva.

Ma chi erano gli ussari alati polacchi?

Citando varie fonti enciclopedie, si tratta di uomini reclutati tra i ranghi della nobiltà polacco-lituana (la szlachta), i Towarzysz Husarski (“Compagni Ussari”) 

mantenevano alle loro dipendenze piccole squadre di cavalieri (secondo il modello medievale della lancia (unità militare), da loro armati e stipendiati, e rispondevano direttamente al rotmistrz, comandante supremo dello squadrone (chorągiew) di cavalleria. 

Caratteristica distintiva degli Husaria erano le “ali”, supporti di legno ornati di penne, assicurate alle loro selle o alle lamine posteriori della loro corazza.

Imponenti nel vedersi, ben armati, incredibilmente motivati gli Ussari alati rappresentavano l'elite della Cavalleria europea, non avevano eguali sul campo di battaglia e la Lega Santa lo riconobbe diversamente volte.

In mancanza del supporto francese del Re Sole, che si augurava una sconfitta del Re Leopoldo per rapporti contrastanti tra i due, a salvare Vienna e la cristianità intera furono proprio gli ussari alati.

Oggi, i difensori alati d'Europa, vengono riconosciuti al pari dei 300 Spartani alle Termopili, dell'eroismo della Lega Santa nella battaglia di Lepanto, oppure della vittoria di Carlo Martello su Abdul Rahman Al Ghafiqi e il suo esercito senza andare ad approfondire gli innumerevoli, ed altri, esempi.

La rivalutazione e l'elevazione degli Ussari alati, in Polonia, ha riportato in Europa un aspetto decisamente importante legato alla tradizione e a coloro che difesero il vecchio continente dall'orda barbarica dell'Islam, facendoci riassaporare quella voglia di furore antico che in Europa fa difficoltà a rientrare in "gioco".

Sull'esempio della Polonia che ricorda i propri eroi, anche altri paesi dell'Est balcanico o baltico si stanno muovendo in quella direzione, lasciando solamente l'Europa occidentale preda di ipocrisie di ogni tipo e privata dei propri eroi, dei propri miti, dei propri padri.