lunedì 30 aprile 2018

29 APRILE, DA MILANO A CROTONE, L'ITALIA HA GRIDATO: SERGIO PRESENTE! (le foto delle varie iniziative)

Nella ricorrenza della morte di Sergio Ramelli, ieri 29 aprile 2018 in tutta Italia sono state molte le iniziative a ricordo dello studente ucciso dai comunisti, cerimonie e presenti da Nord a Sud, dalla sua Milano fino a Crotone, un grido ha attaversato la spina dorsale dello Stivale: PRESENTE


Vediamo chi  era Sergio Ramelli...

di Marco Tuccillo

"Più caro agli dèi è chi prima se ne va...", così comincia una nota canzone del cantautore di musica alternativa Sköll dedicata a Sergio Ramelli, assassinato vigliaccamente nel 1975 dai militanti della sinistra extraparlamentare di Avanguardia Operaia.

Sergio Ramelli nacque a Milano il 6 Luglio del 1956, frequentava l'Itis Molinari di Milano, dove studiava chimica industriale; erano anni difficili quelli, specialmente nelle scuole superiori e università italiane, dove la lotta politica tra studenti di estrema destra ed estrema sinistra era la quotidianità. 

L'Itis "Molinari", in particolar modo rappresentavauno degli edifici scolastici d'Italia dove lo scontro tra le due fazioni, rossi e neri, era tra i più accesi. 

La militanza di Sergio, nel Fronte della Gioventù, era nota in tutta la scuola e proprio per questo fu vittima di varie aggressione che lo costrinsero a cambiare istituto.

L'episodio che segnò la vita di Ramelli, fu certamente quello del noto tema dove condannava le Brigate rosse e il mancato cordoglio per i due missini uccisi a Padova, Giuseppe Mazzola e Graziano Girallucci, rimasti uccisi proprio dalle BR durante un assalto nella sede MSI.

Il tema venne esposto dal professore nei corridoi dell'istituto, utilizzandolo come un veroe proprio "capo d'accusa" in una fattispecie di "processo politico" contro Ramelli, alla qualeparteciparono numerosi studenti legati alla sinistra. 

La situazione degenerò il 13 aprile del 1975, quando Sergio venne aggredito sottocasa sua in Via Amadeo a Milano, dai militanti di Avanguardia operaia armati di chiave inglese, arma contundente che si abbatté piùvolte e con ferocia sul capo della vittima.La notizia dell'aggressione, non ci mise molto a spargersi, tanto che venne accolta dai piùcon grande favore, legittimandola e auspicando che ce ne fossero di altre a danno di altri"fascisti", ritenuti la feccia dalle classi falso-intellettuali, dai giornalisti prezzolatie da coloro che giocavano alla rivoluzione marxista.

Il 28 aprile, un giorno prima che Ramelli morisse, alcuni militantidella sinistra extraparlamentare si recarno presso la casa della famiglia Ramelli, dove fecero delle vergognosescritte sui muri affiancate da un manifesto in cui si minacciava, esplicitamente, il fratello Luigi Ramelli di morte se non fosse sparito entro 48 ore.

Il 29 Aprile Sergio morì dopo molti giorni di agonia, il funerale si tenne nella Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo e anche la commemorazionenon trovò pace, in quanto la sinistra extraparlamentare minacciò in maniera consistente che chiunque avesse partecipato, avrebbe ricevuto la stessafine del ragazzo.

Nella facoltà di medicina, la sinistra extraparlamentare munita di bandane rosse sul volto, cominciò a fotografare tutti coloro che parteciparono al funerale, foto che poi vennero ritrovate nel "covo di viale Bigny".

Per avere "giustizia", la famiglia Ramelli, aspettò il 16 Maggio 1987 nella quale gli assassini di Sergio vennero condannati ma per omicidio preterintenzionale, in quanto secondo la magistratura, non ci fu la volontà di uccidere e con il passare del tempole condanne vennero ridotte, un ennesimo e duro colpo alla famiglia di Sergio che non trovò mai pace.

Erano gli anni in cui uccidere un fascista non era reato e quindi se lo si faceva vi erano tutti i conseguenti sconti della penada parte di uno stato malato e di una magistratura corrotta e faziosa.

Erano gli anni in cui i ragazzi come Sergio, ebbero l'incredibile audacia di gridare al mondo le proprie idee senza temere la bestia rossa che si nutriva, ogni giorno e sempre di più, di sangue.

Sergio vivrà in eterno nei nostri cuori, nelle nostre idee e nelle nostre battaglie.

CAMERATA SERGIO RAMELLI PRESENTE