sabato 17 marzo 2018

ERA COME OGGI, IL GIORNO DI SAN PATRIZIO



di Marco Tuccillo (Defend Italia)

"Era il giorno di San Patrizio quando vennero gli inglesi..."

così comincia una nota canzone degli Antica Tradizione "Il Giorno di San Patrizio", riguardante il conflitto nordirlandese e la causa dell'Irish Republican Army (formazione paramilitare nazionalista e cattolica).

Il conflitto in Irlanda del Nord, costò la vita a quasi 2.000 persone, una guerra a bassa intensità che raggiunse il culmine durante i "Troubles", tra la fine degli anni '60 e la fine degli anni '90.

La questione vide due schieramenti: il Regno Unito insieme all'Irlanda governativa,con l'appoggio di alcune forze paramilitari lealiste alla corona  contro volontari nazionalisti irlandesi, che erano essenzialmente paramilitari come l'I.R.A e formazioni affini di impostazione nazionalista e cattolica.

Tutto ebbe inizio nel 1922 con la proclamazione della Repubblica d'Irlanda dopo la famosa "Rivoluzione di Pasqua", che vide l'esclusione territoriale di sei contee rimaste al Regno unito, ovvero Atrim, Armagh, Down, Fermanagh, Londonderry e Tyrone.

La vera esplosione del conflitto, però, ci fu solamente negli anni '60 quando l'ondata di cambiamento sociale e culturale giunta in Occidente, coinvolse anche i giovani cattolici irlandesi che furono pesantemente discriminati, essendo minoranza, nelle conte e nord irlandesi di giurisdizione del Regno Unito. 

La comunità cristiana e cattolica irlandese incominciò, quindi, a richiedere l'aiuto di formazioni paramilitari come l'I.R.A., viste come l'unica speranza di riscatto e protezione dalle forze di poliziae i lealisti.

Tale situazione portò nel 1968 ad una vera e propria escalation di violenze, che prese l'appellativo di "Troubles" (disordini), contrapponendo le forze unioniste e nazionaliste per circa vent'anni, un clima di odio politico e religioso senza precedenti.

Tutto ciò comportò l'immediato intervento del Regno Unito, che inviò i propri soldati per sedare le rivolte e ripristinare l'assetto di pace ma accadde l'esatto contrario, in quanto l'interventismo britannico a causa del proprio modus operandi, garantì l'aumentare dei disordini.

Furono anni di attentati terroristici da parte dell'I.R.A, arresti di massa da parte del Regno Unito con l'annessa cancellazione dello status di "prigioniero politico", di scioperi della fame e di scontri armati per le strade.

Il tutto fu la diretta conseguenza del "Bloody Sunday", così denominato il 30 Gennaio del 1972, quando dei paracadusti inglesi spararono sulla folla a Londonderry uccidendo 13 manifestanti cattolici.

Seguirono altri anni di violenze e solamente nel 1992, fu avviato un processo di pace che si concretizzò il 10 Aprile 1998 a Belfast (Accordo del Venerdì Santo), che sancì la pacificazione delle due comunità nordirlandesi.

Il processo, però, non portò alla pace tanto sperata, infatti nel 2001 ci sono stati nuovi scontri, seguiti da episodi sporadici, fino ad arrivare agli ennesimi disordini del 2011.

Ad oggi gli scontri appaiono decisamente placati, quasi nulli, ciò che auspichiamo da nazionalisti è l'unificazione dell'Irlanda e che sia realmente sovrana e cattolica, lontana dai soprusi della Corona e delle comunità protestanti del Nord-Irlanda.


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