di Igor Colombo (Defend Italia)
Se ci sta un personaggio politico, nel contesto della milizia quotidiana che può essere preso come esempio e personificazione di un sogno che nelle formazioni nazional-popolari hanno radici ben solide e ferme , quell’uomo può essere senza dubbio Josè Antonio Primo de Riviera, una delle icone più belle ed affascinanti di quell’era fascista in Europa.
Josè Antonio Primo De Riviera era nato a Madrid nel 1903, figlio di un tenente colonello della fanteria spagnola ,fin da piccolo il suo carattere è stato toccato dalla sofferenza con l’atroce dolore della perdita della madre e da quel momento la sua formazione di uomo prima e di politico dopo, è stata improntata alla giustizia per il popolo, legato da una linea indissolubile ai ceti più poveri che poi si rivelarono i più patrioti della Spagna, tutto questo è evidenziato proprio dalle sue parole prima di morire ad Alicante, fucilato dalla morchia teppaglia anarchica, che furono: «voi che mi detestate dovete sapere che il mio sogno per la Spagna era Patria, pane e giustizia». Dunque da queste parole ha trovato pieno adempimento e volontà la sua attività politica assunta a missione perché dinanzi alla morte che ti sta per colpire in modo indegno ed infame non si può mentire e chi muore per un’ idea ed una lotta di giustizia, ha l’obbligo sempre di essere creduto dalle generazioni future.
Nella sua militanza ed attività politica Josè Antonio disprezzava quelli che oggi potremmo definire nel linguaggio politico moderno compressi, accordi, ma che lui identificava in manovre di bassa lega, detestando fortemente la mancanza di sincerità, quel comportamento ambiguo e mancante di un certa aurea cristallina che stava alla base del suo sogno, lui se ne allontanava e prendeva le distanze più nette quando intuiva tutto ciò.
La sua prima candidatura fu dettata ed ispirata da un atto di fedeltà e di difesa della sacra memoria di suo padre il quale era stato deluso e tradito dal Re, e dallo stesso padre Josè Antonio aveva appreso alcuni valori di cui non si priverà mai più nel corso della sua avventura umana, presentandosi a Madrid come candidato indipendente ottenendo oltre 26 mila voti che non gli consentirono comunque di conquistare il seggio parlamentare.
Da quella esperienza comunque parte il suo impegno sempre più pregnante ispirato all’amor di Patria affiancandosi poi ad altri due altri personaggi che possiamo definirli non conformi ,Ramiro Ledesma Ramos e Onesimo Redondo.
Josè Antonio Primo de Riviera riuscì, nel suo sogno di giustizia patriottica, nel creare una vera e propria aristocrazia intellettuale, stringendo rapporti con persone di notevole caratura culturale e proprio in quel periodo, particolarmente decisivo, ispiratore fu per lui l’incontro in Italia con Benito Mussolini, in un colloquio che durò una oretta scarsa ma che il Duce d’Italia accompagnandolo (raro caso questo) fino alla porta della sua Sala del Mappamondo, espresse per lui convinti giudizi di fermezza ed onestà viva e vera.
Il suo percorso politico-militante trovò piena realizzazione nella fondazione della Falange, una formazione politica nemica della destra liberale e conservatrice e della sinistra repubblicana marxista e celebre furono le sue parole al Teatro Comedia di Madrid il 29 ottobre del 1933 dinanzi ad oltre duemila persone «ll nostro posto è all’aria libera, sotto la notte chiara, arma al braccio ed in alto le stelle. Continuino pure gli altri i loro sporchi festini, noi fuori, in vigilanza tesa, fervida e sicura, già presentiamo l’albeggiare nel più profondo di noi stessi». Queste parole segnarono tutta la sua esistenza e della sua Falange, in un sogno che ancora oggi accompagna la militanza, nelle sezioni dei partiti e dei movimenti improntati alla difesa delle identità nazionali e sociali, un filo diretto ideologico e spirituale che è sogno e che è realtà allo stesso tempo perché attuale contro un nemico come il pensiero unico dominante che non è per nulla astratto ed inventato.
Nei movimenti nazional-popolari, si parla proprio di sogno per tutto ciò che si desidera realizzare con il collegamento a determinati movimenti politici e patriottici di un passato glorioso ,i quali alla base formativo-spirituale della loro lotta stava proprio il sogno di ricostruzione in senso strettamente patriottico e nazionalista, come appunto la Falange di Josè Antonio Primo de Rivera o come la Guardia di Ferro di Codreanu, che mai riuscirono a realizzare politicamente quel che era la loro idea, ma che sono rimasti esempi patriottici indelebili.
Tutto ciò rende ancora più affascinante e mistica la lotta che in Italia o anche nella stessa Spagna, vede le formazioni politico-nazionaliste puntualmente deluse dalla palude del sistema democratico delle elezioni, ma che non viene mai scalfita nella pratica di perseveranza militante che gli stessi movimenti politici attuano nei territori, tenendo sempre come punto di riferimento quel sogno che è una sorta di guida e di coraggio che straordinari personaggi come Josè Antonio Primo de Rivera hanno insegnato, e che ci hanno lasciato in eredità anche sul punto di morte, PATRIA, PANE, GIUSTIZIA, l’idea non muore mai ed il sogno è sempre vivo ed attuale da realizzare.