Costume e Società
di Marco Tuccillo (Defend Italia)
Erano gli anni '70 e nella radio suonava "Tu" di Umberto Tozzi, il primo Baglioni, il particolare Rino Gaetano, l'anticonformista Battisti, la dolce e malinconica Mia Martini mentre il primo hard rock o il punk -di stampo anglo-americano- davano il proprio schiaffo alla nostra spensieratezza artistica.
Erano gli anni delle belle automobili che ruggivano fuori le discoteche, dove si ballava sulla scia dei miti americani come John Travolta con i pantaloni a zampa d'elefante e la brillantina sul capo.
Erano gli anni della classe media e delle vacanze al mare, magari con qualche superstizione di troppo a fare da contorno a tutto ciò per quel pudore religioso non andato ancora perduto.
Si cantava, si ballava, si sognava ma al contempo si sparava, si ammazzava e si facevano esplodere bombe, sommosse il tutto in un clima da guerra civile non percepita mai come tale eppure era dinanzi gli occhi, attoniti, di tutti.
I ragazzi in nero, i ragazzi in rosso...due barricate, due modi di pensare la politica, l'Italia e il mondo; volti giovani, belli, freschi con il cuore gettato sempre oltre l'ostacolo per dimostrare che non vi era alcuna volontà di stare ai diktat di una società malata, borghese e liberale. Quei ragazzi, però, quel sistema non l'hanno mai sconfitto perché caduti nella più tragica delle trappole, quella del sangue versato per le strade nella guerra degli opposti estremismi.
E allora il tik-tok del tempo a scandire quel decennio di pistolettate, coltellate, pugni e calci.
Tik-tok anche nei palazzi del potere ad accompagnare i grigi volti compiaciuti degli sciacalli, dei mercanti, si dei politicanti insomma.
Tik-Tok... PC, DC, PSI... tra servizi segreti e qualche Gladio di troppo che di romano e onorevole non aveva proprio nulla. Allora ancora tik-tok per i ragazzi in rosso prima di caricare le scorpion e arrivare alla sezione di Acca Larentia e ancora fino al boato del "Presente" nella notte buia, per i ragazzi in nero.
Tik-Tok fino al botto di Bologna, con Palestinesi e Mossad, con Americani e strategia della tensione made in Italy scaricata su innocenti militanti politici nazionalrivoluzionari. La terza posizione, la definitiva esecuzione. Le retate, le sirene, gli arresti, i processi. La grande farsa a teatro Italia per un pubblico di dubbie qualità intellettive.
Erano gli anni '80 e nella radio suonava "Vita Spericolata" di Vasco Rossi, il consacrato Baglioni, il maturo Battisti con il rock impegnato e filosofico di Battiato e qualche canzonetta della Nannini mentre d'oltreoceano il rock "ottantino" con le sonorità d'assalto del metal, bruciavano le nostre melodie d'amore e riflessione.
Erano gli anni delle auto che acquisivano nuove linee, sempre più accattivanti e in bella mostra fuori locali frequentati da ragazzi con il sogno americano e la famiglia di provincia.
Le famiglie cominciavano a preferire i varietà in TV, le prime ragazze immagine a innescare le maliziosi dinamiche dei maschi e l'invidia e la genuina rabbia delle femmine.
Si osservava con un punto di vista nuovo, si sognava, si ballava e si cantava ancora ma di quella guerra del '70, oramai nessuna più traccia, tranne nel cuore di chi fu parte attiva di quel senso di rivalsa contro tutto e tutti.
E allora Tik-Tok...tik-tok...tik-tok...'90, 2000, nuove frontiere, nuove politiche, nuove religioni, nuove persone, nuovi divertimenti ma in Italia si tradisce ancora e nel mondo si continua a sparare.