domenica 25 novembre 2018

I gigli tra le barricate, la rivolta dei Gilet Gialli

di Massimo Ursino (Defend Italia)

La nomenklatura europea, "l'élite di fortuna", i passacarte dei banchieri e dei tecnocrati delle masso-crazie come il Bielderberg Group, sono seduti su una polveriera.

La polveriera Europa.

Soffia forte, come non ha mai soffiato dall'Est un vento nuovo, in totale discontinuità rispetto al destino riservato alla nostra Europa dal dopoguerra in poi, dal piano di smembramento di Yalta al ricompattamento forzato di Maastricht in nome della schiavitù dell'usura, del meticciato e del sovvertimento di ogni principio tradizionale, patrimonio irrinunciabile della civiltà europea e cristiana.

E mentre le strade di Varsavia si infiammano di torce, e sventolano alte le bandiere dei movimenti patriottici al grido Dio-Onore-Patria, Parigi è in fiamme.

In quella Francia mortificata dal meticciato che ci aveva ormai abituati ai disordini etnici degli immigrati di seconda e terza generazione - le rivolte delle banlieue, dove quei pochi francesi che appertenevano ad una classe media in via d'estinzione sopravvivono nella paura e nel degrado, scoppia decisa e partecipata la rivolta dei bianchi di Francia.

Fascisti! Grida il ministro degli interni Castaner,  "fermatevi a Champ-de-Mars", ma i gilet gialli se ne strafregano e marciano già sui Campi Elisi puntando verso Place de la Concorde.

Se siano fascisti non lo sappiamo, sicuramente alla testa della protesta ci sono già i patrioti di Francia, quella "élite di destino" che nell'ora santa della storia si fa trovare pronta al suo posto di combattimento. 

L'augurio è che l'incendio divampi in tutta Europa ed ancora una volta sarà il Poeta a fare la Storia, ed il fuoco la sua rima.