martedì 11 dicembre 2018

SALVINI: «HEZBOLLAH TERRORISTA», CHE PASTICCIO!

di Davide Pirillo (Defend Italia)

Il ministro della difesa Elisabetta Trenta, si è lamentata della gaffe di Salvini su Hezbollah, l'Esercito\Partito riconosciuto anche dall'esercito regolare libanese, baluardo della lotta contro l'ISIS e contro il terrorismo islamista, composto da truppe di sciiti libanesi moderati e attivo oggi sul teatro siriano contro le milizie del disgregato califfato dell'IS. 

Hezbollah è odiata da Israele perchè nel 2006 ha respinto  tenacemente la stessa Israele durante una invasione sui confini libici, umiliandola, in quello che è ricordato come il secondo conflitto tra Israele e Libano.

Il mondo arabo è complesso ed ha equilibri precari e delicati, come una cristalleria, dove Salvini dovrebbe entrare lasciando a casa la  "ruspa". 

Non a caso è il Ministro della difesa a lamentarsi, perchè anche l'Esercito Italiano ha canali di contatto con Hezbollah, con cui collabora nelle missioni Unifil; oltre al fatto che non è stata mai dichiarata organizzazione terroristica nè dallo Stato italiano, nè dalla maggioranza delle nazioni europei.

Inoltre Hezbollah mantiene da sempre rapporti politici col nazionalismo italiano, in passato Roberto Fiore  (leader di Forza Nuova) in visita in Libano è stato ospite degli alti vertici del partito di Hezbollah, lo stesso ha incontrato successivamente suoi funzionari anche nella visita ufficiale  ai ministeri del governo siriano di Assad, che ha riconosciuto come interlocutore europeo privilegiato  APF il gruppo di eurodeputati eletti con i movimenti nazionalisti di alcune nazioni e guidati da Roberto Fiore, segretario internazionale del gruppo.

Non è Hezbollah il nostro nemico, tutt'altro. 

Salvini ha risposto con un «che ho detto di strano?», non può giocare a far credere che i combattenti sciiti di Hezbollah siano terroristi, gli italiani non sono nè così stupidi nè così pro-sionisti.

QUESTO IL POST DI TRENTA:

«Non vogliamo alzare nessuna polemica, ma tali dichiarazioni mettono in evidente difficoltà i nostri uomini impegnati proprio a Sud nella missione Unifil, lungo la blue line. Questo perché il nostro ruolo super partes, vicini a Israele e al popolo libanese, è sempre stato riconosciuto nell’area. Tra l’altro l’Onu la sua parte la sta già facendo, c’è una missione, si chiama Unifil, da oltre 12 anni, e il comando è oggi sotto la guida italiana per la quarta volta»