giovedì 14 giugno 2018

LA SANTA GIOVINEZZA LEGIONARIA: RITRATTO DEL CAPITANO CODREANU


di Marco Tuccillo (Defend Italia)

"Guardia di ferro, falchi d'acciaio, l'arcangelo dal cielo ci tende la mano!In avverso destino Corneliu Zelea Codreanu: tu sei il sole nuovo, tu sei il capitano!"

Questo il ritornello del brano "Santa Giovinezza legionaria", che abbiamo usato per denominare l'articolo, della band di musica alternativa "Decima Balder", per giunta già trattata sul blog nella rubrica "Musiche dal fronte".

Corneliu Zelea Codreanu, il capitano, fu il fondatore del "movimento legionario" conosciuto anche come "guardie di ferro" nel 1930. 

Il Capitano nacque il 13 settembre 1899 a Husi, una piccola città della Moldavia settentrionale romena, immersa in una natura aspra e severa dove il retaggio vitale della stirpe, etnicamente e religiosamente trattando, era ben più presente a discapito di Bucarest, già avvolta nell'alone del modernismo del tempo, con tutti i suoi usi e costumi.

Per noi che militiamo su posizioni avverse al mondo moderno,l'eterna battaglia del bene contro il male,  è doveroso ricordare la figura del leggendario fondatore della "Legione Arcangelo Michele" (24 giugno 1927), della "Guardia di Ferro" (20 giugno 1930) e del raggruppamento "Tutto per la Patria" (20 marzo 1935).

Tali formazioni avevano la caratterizzazione dell'antimarxismo più duro, assimilando i vari connotati delle rivoluzioni fasciste avvenute un pò in tutta Europa, applicando a tale concetto quello "spirituale della stirpe", una dottrina di elevazione legionaria che occoreva da contrapposizione alle "leggi dell'usura" e al materialismo più bieco.

Elevazione, mistica del sacrificio, essere esempio, fede  nella preghiera, culto dei padri e degli antenati,  tutto ciò era riconducibile ad una visione del mondo, tipica della dottrina Cristiano-Ortodossa, che affonda le sue radici nella purezza indoeuropea tradizionale. Oltre all'aspetto spirituale, i legionari di Codreanu, usavano anche molti metodi di aggregazione per esprimere "cameratismo" tra di loro, tra questi lo sport sicuramente e altre attività all'aperto. Infine, caratteristica del movimento, era anche completare attività ricreative o lavorative assieme, tra legionari, per fare in modo che arrivassero ad essere una sola cosa, una sola entità.

Nell'aspetto del profondo rispetto verso la natura, palesato dal movimento nelle molte escursioni che venivano compiute in montagna, presso i laghi e le colline, ricordava molto quello dei "Wandervogel" che cercava nella Germania pura, limpida ed incontaminata una sorta di ascesi diretta del proprio spirito.  Durante queste escursioni, i legionari del Capitano Codreanu, intonavano canti della tradizione romena vicino i focolari , questi presso i bivacchi improvvisati per riposare.

Sotto le "leggi del cuib" (regole legionarie) e le insegne verdi del movimento legionario, si raccolsero moltissimi giovani pronti a servire la rivoluzione spirituale e combattente del Capitano Codreanu, oramai la visione di opporsi al bolscevismo e allo spietato capitalismo usuraio, era divenuta di dominio comune. Purtroppo il sogno di Corneliu Zelea Codreanu, veniva interrotto proprio da coloro che la rivoluzione delle guardie di ferro dovevano supportarla, ovvero la Monarchia e la Chiesa Ortodossa che disertarono con viltà e disonore.

Proprio il sistema clericale vigente in Romania al tempo, in collaborazione con alte cariche monarchiche, si servirono della polizia segreta "Oculta", per creare una sorta di "strategia della tensione" che occorreva a far cadere Codreanu e i suoi camerati in disgrazia, trovando quindi il pretesto per distruggere il movimento e la sua nobile visione.

A seguito di persecuzioni, violenze, torture e arresti si arrivò all'assassinio del Capitano Codreanu e di alcuni suoi uomini durante un tentativo di fuga, nella notte tra il 29 e il 30 Novembre, ad opera della polizia romena del tempo. 

Con la morte di Codreanu e i suoi uomini, moriva anche quella visione di una Romania fortemente indoeuropea, legata alla terra di Dacia e ai legionari dell'Imperatore Traiano, caduta nelle mani del cosmopolitismo che ne ha prosciugato la nobile linfa tradizionale per iniettare solamente veleno.

Per noi, oggi, Corneliu Zelea Codreanu e i suoi legionari,rappresenta l'esempio da percorrere, la giusta strada dell'onore e della nobiltà, con la purezza dello spirito da contrapporre ad un nemico malato, corrotto e marcio; la santa giovinezza legionaria che si eleva a spada e scudo della patria, della tradizione e della stirpe.