lunedì 23 aprile 2018

USA: LA STRATEGIA DI SOTTOMISSIONE DEI "GENDARMI DEL MONDO"


di Marco Tuccillo (DEFEND ITALIA)

La storia ci ha insegnato che l'interventismo degli USA, appoggiato dalle nazioni aderenti alla NATO e Israele, ha elaborato una strategia del male fondata sulla privazione della sovranità politica, militare ed economica di quelle realtà considerate un "pericolo per la democrazia".

Il ruolo di "gendarmi del mondo" ha garantito, per molti anni, un ruolo di fondamentale importanza alla nazione a stelle e strisce per commettere azioni senza doverne pagare le conseguenze, un lasciapassare per tutto, anche per le manovre più dubbie e dal sapore amaro.

Tutte le guerre scaturite dagli Statunitensi, specialmente nel Medio Oriente, dagli '90 ad oggi hanno garantito che tale parte di mondo sarebbe arrivata presto al collasso totale, in preda a tribalismi di fazioni estremiste islamiste e altre formazioni dalla facile corruzione che non giocano affatto un ruolo di tutela per la propria popolazione e per il bene nazionale, al contrario di personalità come Saddam Hussein, Gheddafi e oggi Bashar Al Assad tanto per citarne qualcuno tra i più noti.

Ma oggi, in Siria, il ruolo di "gendarme del mondo" come si pone sullo scenario? Decisamente in difficoltà e lo dimostrano le politiche di debolezza condotte dalla politica Obama e Trump negli ultimi anni, fatta di "paroloni" e azioni avventate per cercare una sorta di reazione di timore nel proprio avversario, in questo caso, sicuramente, la Russia di Putin.

Gli Stati Uniti d'America, ancora una volta, hanno giocato male le proprie carte e sa di non riuscire più a rivestire il ruolo di cui stiamo parlando per la presenza, per l'appunto, della Russia Putiniana che pesa moltissimo sulle questioni geopolitiche e che è riuscita a incarnare una chiave in funzione antiamericana e quindi antiatlantista.

La Russia, quindi, viene vista come quella nazione capace di esercitare una certa influenza positiva laddove covano sentimenti antiamericani molto forti, quegli stessi sentimenti che hanno portato fuori strada la filosofia americana di "esportare la pace e il benessere" nel mondo.

Oramai è dinanzi gli occhi di tutti il fumo venduto dagli americani ai popoli occidentali da moltissimi anni a questa parte, solamente chi agisce in nome del mondialismo e del pensiero unico continua a rivestire la divisa di guardia bianca dell'americanizzazione, considerandola ancora quell'ancora di salvezza dei popoli europei, con la solita giustificazione della liberazione dai "nazifascisti" avvenuta nel 1945. Infatti, proprio su questo giocano gli Stati Uniti d'America e i suoi paesi e organizzazione satellite, infiltrando nelle menti dei più che la "democrazia" è il dono più grande che ci è stato concesso da quegli stessi bombardieri che ieri martoriavano l'Europa e oggi il Medio Oriente, con una fase di transizione tra i due periodi storici caratterizzata dalla monopolizzazione di enclavi balcaniche, a conduzione islamista, completamente inventate dal nulla, tirate fuori dal cilindro magico in perfetto stile Zio Sam.

Sulle macerie e sul fumo aizzato dagli USA in tutti questi anni, si erge fiero il senso di riscatto che sta colmando gli spiriti di moltissime realtà nazionali, quelle stesse realtà che oggi conducono un ruolo di fondamentale importanza nella difesa della Siria e del nazionalismo arabo di matrice socialista in genere. 

Proprio su questi aspetti che il ruolo di "gendarme del mondo" viene meno, vacilla, si sente accerchiato e colpito da tutti i lati ed è proprio questa funzione che garantisce un declino certo, assicurato e per giunta disastroso della nazione degli eterni cowboys.

Putin, inoltre, riconosce a pieno questa mutazione geopolitica in corso e ne fa un vessillo, un emblema, da portare addosso con un certo orgoglio mostrando i muscoli quando vi è bisogno e la via diplomatica quanto basta per far comprendere al gendarme che forse, si spera, è giunto il momento di andare in pensione e lasciare il corso del destino ai popoli e alle nazioni.