giovedì 19 aprile 2018

FOCUS ANNI '70, ANNI DI VIOLENZA POLITICA, LACRIME E SANGUE


di Marco Tuccillo (DEFEND ITALIA)

Erano gli anni '70, gli anni di piombo, una generazione divisa nella lotta politica tra estrema destra ed estrema sinistra, dalle piazze alle scuole, dalle università ai quartieri.

Un'escalation di violenza e morti ammazzati, di attentati e pistolettate, di accoltellamenti e bastonate tra i due schieramenti che fungevano come l'uno l'anti dell'altro, una ricerca continua all'abbattimento della fazione opposta.

Giudicare da esterni quegli anni, soprattutto se tali non sono stati vissuti, rimane impossibile, ma attraverso documentazioni e testimonianze, si può almeno arrivare a carpire quella realtà dove migliaia di giovani impotenti dinanzi al mostro del potere, provarono comunque a giocare i loro vent'anni in primo piano, per l'idea, per l'amore, la fedeltà e tutti quei valori che non possono essere compresi da chi non li ha dentro, non sentendoli propri ma osservandoli da fuori, dallo sguardo celato dalle tapparelle dei tanti palazzi, quei tanti muri testimoni di assassini, echi di guerra, slogan urlati al mondo intero e lacrime e sangue sul selciato.

Quella continua ricerca dello scontro politico che garantì la nascita dello spontaneismo armato, una lunga scia di sangue che caratterizzerà quegli anni rivoltosi; dove lo Stato, con le mani in pasta ne mescolava gli ingredienti, quelli adatti per un buon depistaggio e per una strategia della tensione da servire bella che pronta ad un popolo spiazzato, impaurito da quelli opposti estremismi che si facevano la guerra, consolidando il potere al centro, quello della Democrazia Cristiana e della sua cricca per intenderci.

Consolidato il potere, nella maniera più subdola e violenta di sempre, i cosiddetti "fascisti" dovettero pagare nel peggiore dei modi: chi morirà armi in pugno nella strada (citando la canzone di Mancinelli "Generazione 78"), chi fu costretto a fuggire all'estero per non subire la più brutale delle repressioni e chi rimase subendo le conseguenze di quella caccia alle streghe forzata, voluta, desiderata da chi voleva mettere tutto a tacere una volta per tutte, quel regime a servizio di poteri stranieri che tanto fece sanguinare la nostra terra già martoriata.

E allora sorge spontanea la domanda: "Tutta questa voglia di lottare a cosa servì?"; una domanda che si pongono in moltissimi, da quelli stessi che osservano e osservavano la propria Italia morire da dietro le quinte, mentre per altri sorgerà diversa la questione e potranno rispondere con il romantico e ardito aspetto di chi questa nazione la voleva cambiare per davvero.

Giovani che hanno dato tutto per un'idea, perché ci credevano e non importa altro, era la loro vita ed era la loro fedeltà a dettarne le condizioni, per un bene superiore a questo mondo bastardo e vigliacco di falsi moralismi, ipocrisia e mercanti.

Un mondo sbagliato chi lo cambierà? Chiunque abbia un cuore alato e puro da servire per una causa, per una bandiera, per un amore e se i risultati non ci saranno? Non importa ci credevi.