di Marco Tuccillo (Defend Italia)
Storicamente la figura della donna è sempre stata contrastante nei secoli, capace di avere ruoli di fondamentale importanza presso le antiche popolazioni indoeuropee con i loro culti ancestrali per arrivare ad avere un ruolo maggiormente marginale durante il medioevo.
I due aspetti si sono protratti nel tempo con un susseguirsi di evoluzioni nella morfologia della stessa donna, che con il passare degli anni ha assunto, giustamente, le caratteristiche dettate dal tempo. L'evoluzione della donna, come già citato, ha consentito di acquisire un ruolo vitale, non solo per la capacità di procreare come tassello per la costruzione della famiglia, bensì come chiave nei meccanismi della romantica guerra o meglio della santa barricata...spieghiamoci meglio: figure di donne guerriere, nella storia, ce ne sono state tantissime e tutte si sono contraddistinte per una sorta di ribellione nei confronti di quel sistema che le vedeva marginali e poco proficue se impiegate in altri settori/campi, fattore smentito più volte durante la storia del nostro mondo.
Per fare qualche illustre nome, possiamo citare: Giovanna d'Arco in antichità, nell'era moderna invece Fiorenza Ferrini (SAF), Norma Cossetto, Gina Romeo fino ad arrivare a Evita Peron e Asma Al-Assad. Tra questi nomi, anche se vi sono figure non impiegate in "prima linea" è come se lo fossero state per l'impegno sociale, l'amor patrio e la caratura di donna trasmessa al proprio popolo e al mondo intero. Ci sono tantissime altre figure di degna importanza che invece fanno parte della donna votata alla "santa barricata". Un esempio lampante è quello di Ines Donati ma ancora tutte le guerriere del Servizio Ausiliario Femminile, le valchirie della difesa di Berlino, le ragazze di Budapest e quelle di Praga, passando per la dimostrazione di estrema forza delle leonesse siriane contro il terrorismo e il mostro mondialista israeloamericano. Di moltissime delle citate non si conoscono i nomi eppure la storia ci ha tramandato il loro sacrificio e il sangue versato per qualcosa che va aldilà del sempliciotto termine "allevatrici di figli", va oltre il tassello, seppur importante, per la costruzione di una famiglia ma ci porta allo spirito indomito di un essere versato per natura al campo di battaglia. Tali parole non vogliono naturalmente marginalizzare il ruolo di "donna di casa" che rimane vitale per la costruzione di una famiglia ma che questo sia affiancato alla volontà di lotta, quella reale condizione di sacrificarsi per i propri diritti e in maniera efficace, concreta e seria per intenderci non come le "femministe" di scuola sessantottina. La donna, oggi, deve avere l'incentivo di poter contribuire, allo stesso tempo, alla famiglia e al mondo del lavoro, con la chimica dell'eterna guerra che mai deve abbandonare l'animo di questi esseri che la natura ha voluto forti e vigorosi.
Anche se negli ultimi anni, abbiamo avuto fin troppe dimostrazioni di "donna-merce" o donna da "attivismo" di dubbia leggitimità, sappiamo che ci sono ancora coloro che vivono nelle strade infuocate della rivolta dietro le barricate, accanto agli uomini, per difendere la Patria dagli attacchi di chi le vuole come becere figure da vetrina o come schiave di aguzzini e maiali del mondo del lavoro. Noi auspichiamo che la donna sia da trincea oltre che da casa, che sia "santa guerriera" per una rinascita spirituale che possa comportare quel passo fondamentale per la rivoluzione culturale a cui guardiamo da anni, segmento necessario per la rivoluzione politica.