di Marco Tuccillo (Defend Italia)
«Come un’aquila ora vola lui
sorridendo alle stelle e ancor più su
e il suo flauto suonando ci guiderà
verso l’alba che sicura è già»
Così recita una strofa della nota canzone "Piccolo attila" dedicata al guerriero, al legionario, all'esempio di lotta e militanza, Nanni de Angelis, ucciso dal braccio armato dello stato boia e antifascista in un clima da guerra civile.
Nazareno De Angelis detto “Nanni” nacque a Campotosto il 31 luglio del 1958. Nel 1973, Nanni De Angelis, iniziò a frequentare le scuole superiori presso il Liceo Scientifico “Plinio”. Qui, l’episodio che lo segnerà per sempre. Insieme ad altri ragazzi neofascisti fu rinchiuso in una stanza della scuola da militanti della sinistra extraparlamentare appiccando un incendio alla porta come gesto dimostrativo. Per fortuna i giovani riuscirono a fuggire dalla finestra. Per Nanni De Angelis fu la data del suo passaggio dallo status di simpatizzante a quello di militante attivo.
Nel 1976, insieme a Gabriele Adinolfi, Roberto Fiore e Walter Spedicato, fondò “Lotta Studentesca”, coordinamento di studenti che tentarono di estrarsi da ogni precedente esperienza fascista o di estrema destra. I suoi migliori amici in quel periodo furono Massimiliano Taddeini e Luigi Ciavardini, con cui condivideva tutto. Su questo asse si reggeva sia la squadra di rugby che l’organizzazione di Terza Posizione.
Nel 1979, grazie ad un’enorme ondata di nuove adesioni, i quattro sciolsero Lotta Studentesca per strutturare una nuova organizzazione estremamente gerarchizzata, Terza Posizione, costituita in Cuib e ripartita in zone di competenza. Aprirono per la prima volta una sede, vicino alla Fontana di Trevi, e fondarono un giornale. Nanni De Angelis in quel periodo diventò responsabile militare della sua zona, compresa tra i Parioli, il quartiere Salario ed il quartiere Trieste. Guidò una squadra denominata “I Brutti”, composta da ragazzi che provenivano dal mondo dello sport. Il 22 febbraio del 1980 fu ucciso a Roma l’autonomo Valerio Verbano. Subito si scatenò la campagna contro Terza Posizione e Nanni De Angelis. Quest’ultimo, chiamato dal padre di Valerio, si recò da solo a casa Verbano, in mezzo a centinaia di militanti ed autonomi comunisti. L’equivoco venne subito chiarito ed il padre di Valerio accompagnò Nanni De Angelis su un taxi sincerandosi che tornasse a casa sano e salvo.
Ad un concerto di Alan Stivell, cantautore celtico degli anni settanta, partecipano circa ottomila ragazzi tra i quali diciassette militanti di Terza Posizione tra una folla quasi completamente di sinistra. Sulle note di Foggy Dew, ballata irlandese che raccontava l’assedio dei repubblicani da parte dell’esercito monarchico inglese, i ragazzi di sinistra aggredirono i militanti di Terza Posizione capeggiati da Nanni De Angelis. Quest’ultimi reagirono mettendo inaspettatamente i primi in fuga. L’evento, assunse una valenza storica all’interno di tutto l’ambiente neofascista, tanto da dedicare canzoni allo scontro ed il soprannome di “Piccolo Attila”.
Il 23 settembre del 1980, in seguito alla strage di Bologna, scattò una massiccia operazione nei confronti di militanti neofascisti. Cinquecento agenti perquisirono le abitazioni dei militanti appartenenti a Terza Posizione ed all’emissione di numerosi mandati di cattura. Tra i destinatari anche Nanni De Angelis. Il 4 ottobre, alle ore nove, insieme a Luigi Ciavardini, ricercato per l’omicidio dell’appuntato di Polizia, Franco Evangelista, detto “Serpico”, si recò in Piazza Barberini per incontrare un amico e organizzare un piano per sfuggire all’arresto. Ad attenderli decine di agenti in borghese. Luigi Ciavardini si accorse della presenza di due poliziotti, gridò e si dette alla fuga con Nanni De Angelis. I due inseguiti si divisero, ma furono subito raggiunti e tratti in arresto. Di Nanni De Angelis si perse ogni traccia per quarantotto ore, dal momento dell’arresto a quello del primo comunicato ufficiale.
Al momento dell’arresto Nanni De Angelis fu scambiato per Luigi Ciavardini e, pertanto, colpevole dell’omicidio dell’agente Serpico. Per questo fu colpito selvaggiamente sia durante l’arresto sia in caserma. Intorno alle ore undici i sanitari dell’ospedale San Giovanni, dopo aver visitato Nanni De Angelis, compilarono un referto medico riportando una prognosi di sette giorni e il ricovero per osservazione. Nanni De Angelis fu, invece, inspiegabilmente dimesso e la mattina del 5 ottobre tradotto in ambulanza della Croce Rossa presso la casa circondariale di Rebibbia e messo in isolamento, su disposizione del Procuratore Guardata. Venti minuti dopo Nanni De Angelis fu trovato morto impiccato con un lenzuolo nella cella di isolamento n° 23. La versione ufficiale parlò di suicidio, ma la famiglia annunciò passi legali e la stampa si pose numerose domande. Infatti, secondo i familiari, Nanni De Angelis doveva rimanere in ospedale almeno per settantadue ore. A testimoniarlo vi era il referto medico dell’ospedale. Dagli interrogatori di poliziotti, infermieri e medici, tutti affermavano, quasi con le stesse parole, che Nanni De Angelis aveva ferite di ogni genere, ma che stava psicologicamente bene, tranquillo e che non manifestava alcun proposito suicida.
Nonostante tutto ciò, la requisitoria che si tenne nell'estate del 1984, venne archiviata senza processo. La cerimonia funebre, per decisione della famiglia, si svolse in forma privata ma il corpo di Nanni De Angelis non fu cremato in quanto, maggiorenne, non aveva lasciato disposizioni scritte in materia e nemmeno su richiesta dei genitori. La salma di Nanni De Angelis fu portata a Poggio Cancelli, in Abruzzo. Gli dedicherà una canzone, Gabriele Marconi, uno dei giovanissimi ragazzi di Terza Posizione. Piccolo Attila venne composta sulle note di The Foggy Dew, il brano suonato nel 1980 durante gli scontri di Villa Torlonia.
Il 5 ottobre del 1987 alcuni sconosciuti si introdussero nel piccolo cimitero di Poggio Cancelli, trafugando la salma di Nanni De Angelis.Gli ignoti cremarono il corpo in un bosco del Gran Sasso, dispersero parte delle ceneri e poi riconsegnarono le altre in una urna inviate all’indirizzo di via Ristori a casa De Angelis accompagnate ad una lettera. In questa, spiegarono di essere amici di Nanni e di aver attuato le sue ultime volontà. La madre fu nominata dal giudice custode del corpo del reato ma non sporse mai denuncia.
La morte di Nanni de Angelis, come quella di tanti altri camerati, non ha mai visto giustizia e verità, avvolta in un alone di mistero istituzionale sporco come il volto degli sciacalli sguazzanti nel fango. Nonostante ciò, gli esempi degli eroi vivranno in eterno e il dovere della memoria è riservato a pochi eletti dagli sguardi nobili e i cuori puri.
CAMERATA NANNI DE ANGELIS PRESENTE!