di Marco Tuccillo (Defend Italia)
Il 29 ottobre del 1949 i contadini di Melissa in provincia di Crotone, guidati dal locale fondatore della sezione del Movimento Sociale Italiano e reduce della seconda guerra mondiale, Francesco Nigro (Melissa 1920-1949), con a seguito i propri familiari e gli attrezzi di lavoro, occuparono pacificamente delle terre incolte in contrada Fragalà. La polizia chiamata dal nobile Berlingeri proprietario del fondo occupato, dopo vari tentativi di far sgomberare i terreni occupati, passarono alle maniere forti, lanciando lacrimogeni e sparando colpi ad altezza uomo, rimasero uccisi tre contadini di cui lo stesso Francesco Nigro, Giovanni Zito, Angelina Mauro colpiti alla schiena e 15 altri manifestanti furono feriti. Francesco Nigro è il primo martire del Movimento Sociale Italiano, in ordine cronologico, caduto durante una lotta, aprendo una lunga e triste serie di vittime nella destra italiana post-bellica.
Pochi anni orsono da parte del giornale "Il Crotonese", il tentativo con un articolo di ristabilire la verità da sempre mistificata dal Partito Comunista Italiano e mai rivendicata dal Movimento Sociale Italiano, infatti basta vedere il quadro nell'aula consiliare del comune di Crotone, riportante Nigro durante la marcia verso il latifondo incolto di Fragalà con una bandiera rossa in mano, bandiera mai esistita.
Il Crotonese tramite testimonianze aveva ricostruito i fatti, che in realtà più che una lotta politica di parte, era una vera e propria mobilitazione popolare a carattere contadino-religiosa dove tutto il paese (nessuno escluso), all'alba si mise in marcia verso il terreno incolto. Il prete intimò che non ci dovevano essere bandiere rosse, e così fu... tutti in marcia con tricolori inno nazionale e canti contadini.
Per decenni il Partito Comunista Italiano, prima, e la sinistra oggi si sono professati come ispiratori di quella lotta contadina, con l'aiuto degli amministratori locali che si sono succeduti nel tempo, basta vedere come ancora oggi la storia è riportata dal sito del comune di Melissa. L'MSI comunque, stranamente, se non con timidi tentativi locali non rivendicò mai il suo martire e la partecipazione all'evento.
Una storia quella dell'eccidio di Fragalà, purtroppo abbandonata nei meandri della storia e seppur tirata fuori, di tanto in tanto, lo si è fatto con la mistificazione dei rossi italiani, da sempre maestri in questa vile arte. L'esempio di Nigro, infatti, non sembra essere l'unico relegato in un ambiente, quello di sinistra, che di certo non gli apparteneva ma anche tanti altri soggetti storici sono stati ereditati in maniera erronea e volontaria per tentare di sciacallare su lotte e battaglie dove in fondo in fondo la vera sinistra non mise mai piede.
Basterebbe pensare all'eterna diatriba sulla questione irlandese, dove alcuni rossi preferivano idolatrare le gesta dell'IRA mentri altri, forse, più coerenti bocciavano il tutto con una semplice frase: "Una questione troppo nazionalista e religiosa per noi comunisti"; anche Che Guevara, che diverrà icona della sinistra, fu "catapultato" in una visione mistificata fatta di inganni e bugie, dipingendo il rivoluzionario argentino a immagine e somiglianza dei comunisti italiani per puro gusto di farlo proprio.
Di certo questi non sono gli unici casi, la storia ne ha tanti e ognuno con particolarità e dettagli che andrebbero assolutamente rivisti, per fare in modo che vi sia un degno inquadramento storico non soggetto a mistificazioni e inganni di partito.