lunedì 28 maggio 2018

OGGI A DEMOCRAZIA FALLITA, LA RESURREZIONE STA NELLA VOLONTA' DI PIAZZA


di Marco Tuccillo (Defend Italia)

Oggi, più che mai, urge la volontà di catapultarsi nelle piazze per riscoprire il bagliore della resurrezione di un popolo, di una nazione; aldilà della retorica democratica, aldilà dell'indignazione da social, della rabbia sfogata in futili chiacchiere da bar con gli amici; la volontà di piazza è sempre stata, come lo è ancora oggi, l'unico barlume di speranza per sentirsi uomini e non maiali, scegliere la vita alla schiavitù che ci viene imposta attraverso i diktat di mercanti e traditori con un bel vestito.

Riscoprirsi popolo e non gregge, per portare a termine quella missione di rovesciare coloro che ci hanno portato al collasso totale, osare la bellezza per non morire nell'amorfa spiritualità del mondo moderno fatta di materialismo e superficialità. Per fare in modo che ciò avvenga bisogna oltrepassare culturalmente quell'ostacolo dell'accettazione del sistema "democratico" vigente, superando la politica stessa per elevarsi in nome di una terra, una patria, una nazione che viene prima di tutto e tutti.

La posta in gioco è vitale, sacra oserei aggiungere, in quanto parliamo del rispetto nei confronti del sangue versato dai nostri padri e dell'avvenire roseo dei nostri figli. Rimanendo a guardare una civiltà che rovina drasticamente, non è più una soluzione plausibile lo abbiamo fatto per fin troppo tempo, oramai la salvezza passa per le nostre gesta purché siano nobili e per amor di sangue e suolo. 

Il gioco perverso della "vita democratica" non ha fatto altro che privarci del nostro coraggio, è giunto il momento di acquistarlo nuovamente e farlo da Italiani, fratelli e sorelle spalla a spalla nella lotta contro il sistema marcio e decadente, quello stesso sistema che vuole obbligatoriamente seppellire le nostre tradizioni, la nostra identità etnica e religiosa, la nostra sovranità, la nostra indipendenza e la nostra natura di uomini e donne.

Le frasi fatte di vuote che hanno riempito la bocca del popolo per tanti anni, caratterizzate da rassegnazione e pigrizia, devono placarsi una volta per tutte per dare spazio al silenzio, che non sia di certo sinonimo di sconfitta bensì di marzialità e volontà di riconquista. Urlare e sbraitare ai muri dei palazzi che ci circondano e al cielo che ci osserva giudizioso, non servirà a nulla se non a paragonarci con realtà tribali e scadenti, siamo europei e siamo italiani ci basta lo sguardo per far scattare quella scintilla che oramai manca da anni nelle pupille dei nostri occhi. 

Lo stesso sguardo di chi la propria gente la vuole difendere così come la propria patria, la magnificenza del ritorno all'azione di un'aristocrazia rivoluzionaria che ancora vive, per fortuna, nell'animo di pochi e nobili guerrieri che avranno l'immenso compito di coinvolgere le masse, trasformarle da pecore a lupi per la resa dei conti finale.