mercoledì 10 dicembre 2025

CENTO (FE), RIMPATRI E SICUREZZA: LIBERIAMO LE NOSTRE CITTÀ PRESIDIO PER LA SICUREZZA E PER IL BLOCCO DELL’IMMIGRAZIONE

comunicato stampa:

«Le Sezioni provinciali di Ferrara e Bologna, preso atto dell’allarme sociale generato dal fenomeno dell’immigrazione incontrollata che investe l’intera nazione e, in particolare, le nostre province emiliane,
– forti dei presidi recentemente organizzati a Bologna dalla nuova sezione,
– forti della storica presenza militante ferrarese,

INDICIAMO
un Presidio per la Sicurezza e per ribadire la necessità di un “rimpatrio umano”, principio cardine del programma in otto punti di Forza Nuova sin dal 1997.

Un programma che oggi è più attuale che mai, di fronte a una massa crescente di extracomunitari intrappolati in uno status legale che non permetterà loro di ottenere piena cittadinanza, creando un sistema solo apparentemente integrativo ma che in realtà risponde agli interessi delle lobbies che lucrano sul business dell’immigrazione.

Un business che prosciuga risorse fondamentali destinate al welfare, alla sanità e alle famiglie italiane.

Allo stesso tempo, denunciamo le politiche dell’attuale governo, che si era proposto come oppositore del modello immigrazionista e che invece ha approvato provvedimenti come l’ultimo decreto, responsabile della regolarizzazione di 350.000 immigrati.

Condanniamo inoltre la mancanza di un’azione realmente incisiva contro le bande giovanili violente, troppo spesso nate nelle comunità di immigrati di seconda e terza generazione e note come “baby gang”,  fenomeno ormai fuori controllo nelle nostre città.

Il presidio si terrà probabilmente in Viale del Guercino a Cento, nel giorno di Santa Lucia, 13 dicembre 2025 alle ore 17:00.

Marco Mazzanti
Segretario Forza Nuova Bologna

Davide Pirillo
Responsabile Forza Nuova Ferrara e Dirigente Nazionale»

sabato 6 dicembre 2025

ROBERTO FIORE IN MEMORIA DI IGOR: "È MORTO UN CAMERATA NE NASCONO ALTRI CENTO"




Il messaggio di Roberto Fiore 

«È MORTO UN CAMERATA  NE NASCONO ALTRI CENTO 

Negli ultimi giorni ha destato scalpore il suo matrimonio in ospedale 
Ne hanno parlato i giornali con con toni commoventi.

Poco dopo ci siamo scritti, ecco il suo messaggio:

«Grazie Robe', le cose si sono complicate, ma io voglio continuare questa seconda fase della mia vita, prego il Cristo di concederla e continuare a stare al tuo fianco ed in Fn per il progetto di ricostruzione nazional-rivoluzionario.»

Ha saputo nel suo canto del cigno unire in modo esemplare Cristo e Lotta.
Perché non c'è Cristo senza lotta 
Non c'è lotta senza Cristo.
La sua richiesta per una seconda fase della vita è stata accolta nella saggezza di Dio come continuazione della battaglia, dall' alto dei Cieli, assieme a noi, in spirito con la Rivoluzione

sabato 15 novembre 2025

25 APRILE 2026 FORZA NUOVA A PREDAPPIO PER DARE "ASSALTO" ALLA LEGGE SCELBA-MANCINO


L'ASSALTO SIMBOLICO

25 APRILE 2026 UNA GRANDE CONFERENZA A PREDAPPIO SULL'ABROGAZIONE DELLA SCELBA E DELLA MANCINO.

IL COMUNICATO DI ROBERTO FIORE

«È tempo di chiudere la stagione d'odio che inizia nel '45, arriva — attraverso discriminazioni e processi — agli anni ’70, passando attraverso i morti giovanissimi di quegli anni, e oggi annega di fronte alla scomparsa delle ideologie e degli uomini che hanno fomentato odio e divisione sociale.
La conferenza a Predappio segnerà la fine di leggi speciali e ideologiche che hanno contribuito a deviare politica, forze dell’ordine e magistratura nella loro azione.
Inviteremo "Aldo Cazzullo", "Roberto Vannacci" e pure un campione di antifascismo come "Mattarella".
Segnatevi questa data: è la fine di un mondo segnato dall’odio.»

LA SFIDA 
«Inviteremo "Aldo Cazzullo", "Roberto Vannacci" e pure un campione di antifascismo come "Mattarella".»


LA PETIZIONE GIÀ ON-LINE

Una petizione per la cancellazione delle leggi Scelba e Mancino é già stata lanciata e  vanta nomi di lancio come avvocati, giornalisti, un ammiraglio e anche Carlo Taormina, Maurizio Blondet e naturalmente Roberto Fiore stesso.

Link petizione:

martedì 11 novembre 2025

FN LANCIA PETIZIONE PER ABOLIZIONE LEGGE MANCINO-SCELBA

Comunicato stampa Forza Nuova:

«Firmiamo e facciamo firmare questa petizione che oltre ad essere uno degli 8 punti di FN rappresenta il cuore di una battaglia per la libertà e la tradizione del nostro popolo.

Da ottant'anni in Italia si è sviluppata una vasta ed articolata azione di contrasto nei confronti di chi ha un'opinione positiva sul fascismo o nei confronti di chi metteva in atto delle forme di propaganda filo fasciste. Questa repressione, da allora, blocca qualsiasi dibattito storico e politico, mantenendo diviso un popolo con una artificiosa visione della storia e della politica che impone, nonostante i grandissimi risultati degli studi di Renzo De Felice e altri storici, di considerare il fascismo come "male assoluto".

Riteniamo sia giunto il momento di tornare a essere liberi.

Le persone che hanno vissuto parte di quell'epoca, o i più giovani che hanno ascoltato le memorie dei propri genitori o dei propri nonni ed hanno potuto apprezzare da un punto di vista filosofico, architettonico e sociale le opere di quel periodo stimandolo, giustificandolo e facendone una "apologia", sono sempre più numerose e sono oggi nemesi contro chi pretendeva di affogare tutto nel sangue e nella demonizzazione.

Nonostante questo il regime e la parte peggiore di esso, si ostinano a tenere in vita, ancora oggi, la legge Scelba (legge transitoria del 20 giugno 1952, n. 645) e la legge Mancino (legge 25 giugno 1993, n. 205) rivolgendole contro coloro che intendono difendere la propria identità.

Questo impone che le due leggi vengano abrogate al più presto per impedire che l'Italia possa essere terra di reati di pensiero e continui a essere divisa e intrisa d'odio per una dottrina ed un periodo che, invece, dovrebbero riacquisire il giusto ruolo e prestigio nella storia.


 *Firma anche tu per l'abrogazione delle leggi Scelba e Mancino*  

CLICCA IL LINK
 
 *PRIMI FIRMATARI* 

On. Roberto Fiore - Politico
Carlo Taormina - Avvocato
Gloria Callarelli - Giornalista
Luca Castellini - Politico
Pablo De Luca - Avvocato
Maurizio Blondet - Giornalista
Vincenzo Di Nanna - Avvocato
Pasquale Delisati - Avvocato
Nino Galloni - Economista
Massimo Catanzaro - Avvocato
Salvatore Cabras - Ammiraglio

venerdì 7 novembre 2025

Comunismo: ha promesso il paradiso e costruito l’inferno. Un disastro fatto di sangue, morte e orrore

La memoria é un esercizio.
Come oggi 7 novembre nel 1917 (ottobre nel calendario russo di quei tempi)  avveniva il colpo di stato comunista guidato da Lenin e la presa del Palazzo d'inverno, evento passato alla storia col nome di Rivoluzione d'Ottobre. In questa data ricordiamo gli orrori senza fine che ha innescato con la sua falce che miete vittime anche oggi.

Si parla spesso dei sogni del comunismo, ma troppo poco dei suoi incubi. 

Dietro la retorica dell’uguaglianza si nasconde la realtà di decine di milioni di morti, vittime di un’ideologia che, ovunque sia stata applicata, ha distrutto la libertà e trasformato la società in una prigione collettiva.

Dall’Unione Sovietica di Stalin alla Cina di Mao, fino alla Cambogia di Pol Pot, la storia è sempre la stessa: potere assoluto, repressione e carestie provocate da follia ideologica. 

In tutto, oltre 60 milioni di vittime é la stima piu accreditata, chi divce 30 milioni e chi 90 milioni, srime già da film horror quelle al ribasso.

Il comunismo non ha portato giustizia, ma miseria e paura. 
Ha promesso il paradiso e costruito l’inferno.

Ricordarlo non è odio politico, è memoria e verità — un dovere verso chi è stato annientato in nome dell’utopia.

Ma riconoscere il fallimento del comunismo non significa accettare ciecamente il capitalismo. Anche quel sistema genera ingiustizie e disumanità. La vera alternativa è la libertà dei popoli di scegliere la propria via, LA TERZA VIA, radicata nei valori, nella giustizia sociale e nella dignità nazionale, visione organica dello Stato e corporativismo.

Solo così si costruisce una società che non piega l’uomo alle ideologie materiasliste e dello scontro di classe, ma lo rimette al centro della storia.


mercoledì 5 novembre 2025

New York | Altro che povero, Zohran Mamdani é un viziato "figlio di papà" radicalchic


Istantanee 
 
«Zohran Mamdani, nuovo sindaco di New York, viene raccontato come un nuovo salvatore dei poveri, degli ultimi perché (socialista n.d.r.) a quel che si racconta, verrebbe proprio da quella condizioni in quanto "è nato in Uganda". Secondo la semplicità delle menti di quelli che sono "dalla parte giusta": nato in Uganda = bambino poverissimo con le mosche in faccia degli spot di "Save the Children". 
La realtà: padre e madre ricchi. Il papà professore universitario della Columbia nato in Uganda ma di famiglia indiana, madre regista prima a Bollywood e poi a Hollywood e attualmente anche lei professoressa alla Columbia. Zohran ha studiato a Città del Capo e poi a sette anni è finito a New York, s'è diplomato alla Bank Street School for Children che si autodichiara "Una delle migliori scuole private dell'Upper West Side" e si laurea al Bowdoin College, uno di quei posti talmente gonfi di soldi privati, potere e donazioni da essere ultra-esclusivo (come Yale, Princeton e Harvard). Solita roba da ZTL».

In sostanza, un viziato figlio di papà radicalchic.

Dal web (informazioni verificate da Defend)

martedì 4 novembre 2025

Rino Gaetano: la voce scomoda alla sinistra italiana | SEMPRE PIÚ BLU


Sguardo oltre gli steccati 

In occasione dei 75 anni dalla nascita di Rino Gaetano, la casa di distribuzione Medusa Film presenta il documentario-evento Rino Gaetano – Sempre più blu, al cinema solo il 24-26 novembre 2025. 


Nella speranza (poca in realtà) che ne esca una figura coerente a quella reale, tracciamo per "Defend Italia", una nostra analisi delle posizioni politiche di una figura ribelle e affascinante.

L’artista, spesso bollato come “di sinistra”, emerge però come voce autonoma e critica: in questo articolo si ripercorre il suo percorso ideologico, la dissidenza interna alla sinistra e la satira tagliente contro il potere politico, anche quello riconducibile al ­Partito Comunista Italiano.

Un artista fuori dagli schemi,
Rino Gaetano nato a  Crotone 1950 e morto purtroppo prematuramente a Roma nel 1981, è stato uno dei cantautori più lucidi e inafferrabili della musica italiana. In un panorama dominato da appartenenze ideologiche nette, Gaetano si muoveva come un battitore libero, osservando da dentro e da fuori le contraddizioni della sinistra italiana — in particolare del Partito Comunista — e del potere in generale.
Come dichiarò in un’intervista del 1978:
“Non mi sento rappresentato da nessuno. Non sono né di destra né di sinistra: sto dalla parte della gente che lavora e che non conta niente.”

Il disincanto verso il Partito e la sinistra borghese

Gaetano proveniva da un ambiente vicino alla sinistra popolare, ma guardava con sospetto l’evoluzione del PCI verso una forma di burocrazia politica e morale. Nella sua ironia tagliente non risparmiava nessuno, nemmeno i compagni di partito che si erano “istituzionalizzati”.

Nel brano Mio fratello è figlio unico (1976), canta:
“Mio fratello è figlio unico / perché non ha mai criticato un film senza prima vederlo / perché è convinto che in Cile esista ancora Allende.”
La frase è una frecciata contro una sinistra che viveva di slogan e idealizzazioni, incapace di confrontarsi con la realtà.

In un’altra canzone, Ti ti ti ti (1977), ironizza sul linguaggio vuoto dei militanti e dei burocrati politici:
Ti ti ti ti, ti voglio bene / ma non come vuole il Partito.”
Qui Gaetano demolisce con leggerezza il dogmatismo del PCI, che tendeva a giudicare anche i sentimenti e i comportamenti secondo criteri ideologici.

“Nuntereggae più”: la lista del potere

La sua critica più diretta al potere politico arriva con Nuntereggae più (1978), una sorta di inventario satirico dell’Italia del compromesso storico. Gaetano elenca, uno dopo l’altro, nomi di politici, industriali, giornalisti, ecclesiastici e intellettuali — tutti appartenenti, a vario titolo, a quella classe dirigente che lui accusava di ipocrisia e opportunismo.
Il messaggio è chiaro: in un sistema corrotto, anche chi resta onesto viene travolto.
In una delle versioni non censurate del testo, erano presenti anche nomi di esponenti della sinistra, poi rimossi probabilmente su pressione della casa discografica e della Rai. Questo episodio testimonia quanto Gaetano fosse realmente “scomodo” anche per i suoi stessi simpatizzanti politici.

Il potere come farsa

Nella celebre canzone Ma il cielo è sempre più blu (1975), spesso fraintesa come un inno alla speranza, si nasconde invece un ritratto impietoso della società italiana, dove le ingiustizie restano intatte mentre “tutto scorre”:
“Chi vive in baracca, chi suda il salario / chi ama l’amore, chi sogna un ritorno / chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo...”
Gaetano mostra come la disuguaglianza e il privilegio convivano serenamente sotto lo stesso “cielo blu”, denunciando la rassegnazione collettiva che unisce poveri e potenti.

L’ironia come arma politica

L’arma di Gaetano non era la militanza, ma la satira. Usava la leggerezza per dire cose terribilmente serie. In un’intervista a “Ciao 2001”, dichiarò:
“Io dico cose che altri non possono dire. Se le cantassi in modo diretto, mi chiuderebbero la bocca. Allora le dico ridendo.”
Era la sua forma di sopravvivenza artistica in un Paese dove la libertà di critica, specie verso la sinistra, veniva spesso percepita come tradimento.

Una sinistra “popolare”, non ideologica

Gaetano incarnava una sinistra libertaria, umana, lontana dai dogmi. Era vicino alla gente comune — ai “figli unici”, ai disoccupati, agli emarginati — più che agli intellettuali o ai quadri di partito.
In Aida (1977), raccontando la storia d’Italia attraverso la metafora di una donna, mostra come le illusioni ideologiche abbiano attraversato il secolo senza cambiare la sostanza del potere:
“Aida come sei bella / gli occhi tuoi pieni di guerra / e la paura sulle spalle.”
L’Italia, come Aida, è una donna segnata, sedotta e tradita da ogni nuova ideologia.

Conclusione
Rino Gaetano era in prstica un contestatore interno della sinistra:  amava i suoi ideali ma odiava la loro degenerazione in retorica e potere. La sua voce resta attuale perché rifiuta ogni appartenenza cieca e difende il diritto alla libertà di pensiero, anche contro i propri.
Come scrisse in un appunto poco prima di morire:
“Non voglio dire ciò che piace, voglio dire ciò che serve.”

Rino Gaetano, ormai é patrimonio popolare di tutti, sdoganato da anni anche a destra della destra, un artista che sa insegnare ai giovani un sano comportamento  apotropaico verso il potere costotuito.  Per approfondire anche l'aspetto dellaorte molto sospetta, consigliamo come approfondimento i libri bestseller scritti dall'avvocato Bruno Mautone.