La memoria é un esercizio.
Come oggi 7 novembre nel 1917 (ottobre nel calendario russo di quei tempi) avveniva il colpo di stato comunista guidato da Lenin e la presa del Palazzo d'inverno, evento passato alla storia col nome di Rivoluzione d'Ottobre. In questa data ricordiamo gli orrori senza fine che ha innescato con la sua falce che miete vittime anche oggi.
Si parla spesso dei sogni del comunismo, ma troppo poco dei suoi incubi.
Dietro la retorica dell’uguaglianza si nasconde la realtà di decine di milioni di morti, vittime di un’ideologia che, ovunque sia stata applicata, ha distrutto la libertà e trasformato la società in una prigione collettiva.
Dall’Unione Sovietica di Stalin alla Cina di Mao, fino alla Cambogia di Pol Pot, la storia è sempre la stessa: potere assoluto, repressione e carestie provocate da follia ideologica.
In tutto, oltre 60 milioni di vittime é la stima piu accreditata, chi divce 30 milioni e chi 90 milioni, srime già da film horror quelle al ribasso.
Il comunismo non ha portato giustizia, ma miseria e paura.
Ha promesso il paradiso e costruito l’inferno.
Ricordarlo non è odio politico, è memoria e verità — un dovere verso chi è stato annientato in nome dell’utopia.
Ma riconoscere il fallimento del comunismo non significa accettare ciecamente il capitalismo. Anche quel sistema genera ingiustizie e disumanità. La vera alternativa è la libertà dei popoli di scegliere la propria via, LA TERZA VIA, radicata nei valori, nella giustizia sociale e nella dignità nazionale, visione organica dello Stato e corporativismo.
Solo così si costruisce una società che non piega l’uomo alle ideologie materiasliste e dello scontro di classe, ma lo rimette al centro della storia.