martedì 15 maggio 2018

LA PICCOLA GUERRA: RITRATTO DELLA DECADENZA E DELLA RINASCITA


di Marco Tuccillo (Defend Italia)

Nell'era del politichese più sfrenato, dello statista tramutatosi in mercante capace di vendere, svendere, comprare e derubare, della scelleratezza di diktat fatti di vuoto assoggettati ad una visione superflua di una condizione di pensiero alterata da un mondo privo di valori e virtù, la riscoperta della "piccola guerra" diventa vitale, suprema volontà di sopravvivenza mirata alla ricostruzione e alla rinascita di un popolo e di una nazione.

La piccola guerra, come ho voluto chiamarla, è quella capacità di tendere ad affrontare la quotidianità con amor proprio e amor patrio, aldilà di ogni mutazione politica, l'unica via di dominio per la riscoperta di determinati "ingranaggi" che vanno a completare l'unico meccanismo realmente vincente.

Un meccanismo che desidera la sua lavorazione alla base, il modellare dello spirito e dello slancio dinanzi i "maiali", ovvero quegli esseri che ci hanno comportato la disfatta più grande di tutti i tempi, quella del pensiero unico insediatosi in ogni tessuto sociale della società civile ed istituzionale.

Oggi, riscoprirsi uomo e donna è la vera rivoluzione da attuare, dapprima culturale nel senso naturale dell'etimologia dei due generi citati, intrisi di dinamiche che, storicamente, hanno consentito al completamento dei tempi; fattore culturale che se ben innescato diviene automaticamente comportamento d'azione, andato perduto nei meandri degli anni che scorrono inesorabili.

In questa nazione, nel pieno del tempo più buio, abbiamo potuto notare generazioni bruciate in nome dei falsi miti di progresso propagandati da un senso di irresponsabilità votato alla ricerca dell'eliminazione di tutto ciò che è naturale, puro, giusto nel significato più profondo dei termini citati.

La decadente voglia di essere niente mescolato con il nulla, è il vero successo di chi vuole compiere tutto ciò che desidera senza pagarne le conseguenze, consapevole di avere a che fare con individui automatizzati caratterizzati nell'inettitudine e nella superficialità.

Il contentino di colmare un ego pompato a dovere attraverso i social che porta ad accantonare la vita reale, quella fatta di problematiche ed emozioni ,spenta come gli occhi di chi è caduto nel grande tranello, dove non vi è più quella scintilla che dona, in chi la scatena, quella sacrosanta lotta per erigere, nuovamente, le colonne portanti di una nazione ormai in rovina.

I pensieri sono direzionati nell'unico senso di dover apparire come il massimo scempio dell'oggi, inconsapevoli di ciò, incapaci di generare argomentazioni valide o di prendere decisioni altrettanto importanti, perché proiettati al materialismo più bieco, quello imposto dai mercanti per intenderci, intrisi delle giustificazioni più disparate per cercare di appurare una condizione di sconfitta a priori. 

Quando l'essere perde la propria natura, è facilmente influenzabile e possibilmente, come i tempi dimostrano, versato all'unico desiderio di adempiere ai propri vizi piuttosto che i propri doveri, quelli che riguardano, soprattutto, uno spunto di riflessione capace di generare quell'ancestrale sensazione di dire "basta!", di superare quel muro che divide il dire dal fare, per sentirsi realmente liberi e uomini o donne.

La piccola guerra è proprio questa, quella che combattiamo con noi stessi per sentirci degni di poggiare piedi sul suolo e di camminare a testa alta, ma a quanto pare in questa nazione in decadenza la battaglia è stata persa, anzi non è proprio iniziata, abbandonando i più alla mercè di chi ha desiderato che tutto ciò si attuasse, rendendosi navigatori in un oceano fatto di immondizia dove la sopravvivenza passa per l'assuefazione del putridume e della decomposizione, garantendone una morte certa con lo scorrere del tempo.