venerdì 13 aprile 2018

IL MASSACRO DI KATYN (13 Aprile 1943)


di Marco Tuccillo (Defend Italia)


L'Unione Sovietica entra in Polonia orientale il 17 Settembre 1940, per proteggere i cittadini ucraini e bielorussi da un'immenente avanzata tedesca iniziata circa due settimane prima, marciarono rapidamente senza incontrare difficoltà di alcun tipo: in quanto le truppe di Varsavia erano maggiormente dislocate sul fronte occidentale, inoltre il governo obbligava a ridurre lo scontro a fuoco con l'armata rossa, visto che quest'ultima si fece "paladina" di un'ipocrita "campagna di liberazione". 

Nonostante le avvertenze governative e la disposizione strategica delle truppe polacche ad ovest, molti miliziani e regolari vari ad Oriente decisero comunque di opporsi all'avanzata delle truppe bolsceviche, incontrando morte e detenzione nei vari campi di concentramento sovietici. 

Tra marzo e maggio del 1940, per circa 30.000 internati nei campi di Kozel’sk, Starobel’sk e Ostaškov ed in varie prigioni delle zone occupate della Bielorussia e dell’Ucraina, si consumò un vero e proprio eccidio "desiderato" dalle alte cariche sovietiche.

Infatti il comunicato di Stalin esprimeva ai suoi ufficiali la volontà di far compiere esecuzioni di massa sui nazionalisti e controrivoluzionari polacchi che non accettavano "il seme del bolscevismo". Tali esecuzioni dovevano avvenire, inoltre, con pistole di fabbricazione tedesca per incolpare la Germania Nazionalsocialista e lasciare pulita la facciata dell'Unione Sovietica nella farsa della "liberazione" polacca.

L'esecuzione rimase celata per molto tempo fino a quando il 13 Aprile 1943, la radio tedesca di Berlino diede la notizia del ritrovamento di moltissimi cadaveri ammassati nella foresta a est di Smolensk (Kozie Gory località) a poco dal villaggio di Katyn.

Nella fossa rinvenuta dalla Wehrmacht, vi erano circa 5.000 cadaveri in avanzato stato di decomposizione ma altamente riconoscibili per via di uniformi, mostrine e segni distintivi richiamanti l'esercito regolare polacco.

La responsabilità dell'eccidio fu prontamente attribuita ai bolscevichi da parte della Germania Nazionalsocialista, che naturalmente ci vide giusto. La manovra di attribuzione della colpa ai Sovietici, ebbe un relativo successo in quei polacchi nazionalisti e controrivoluzionari che aumentarono le proprie adesioni per combattere il "cancro del bolscevismo in Polonia".

A fine guerra, però, il "massacro di Katyn" non era ancora attribuito ai sovietici, in quanto USA e GB fecero finta di nulla, omettendo molti dei massacri compiuti dall'Unione Sovietica per non sporcare la facciata degli alleati, usciti vincitori dalla Seconda guerra mondiale.

Solamente nel 1989, con la crisi del sistema sovietico, Michail Sergeevič Gorbačëv porse alla Polonia le scuse ufficiali per l’orrenda strage.

Il massacro di Katyn, fu quindi uno dei tanti orrendi massacri compiuti dai boia dell'Unione Sovietica, testimoniando una politica militare ed economica di dura oppressione nei confronti dei paesi europei, infatti lo stesso Stalin provava un fortissimo rancora e odio verso i paesi confinanti la Russia, ostentando non solo una politica imperialista bensì un meccanismo di sterminio di massa che venne sempre oscurato, non riconosciuto nella storiografia ufficiale, per la vittoria degli alleati nella seconda guerra mondiale.

Negli ultimi anni, però, i milioni e milioni di morti causati dall'URSS e dal comunismo in genere(circa 100 milioni), stanno uscendo allo scoperto con conseguenti commemorazioni e revisionismo storico obbligato.