martedì 13 marzo 2018

RIVOLUZIONE O CONTRORIVOLUZIONE?

RIVOLUZIONE O CONTRORIVOLUZIONE?


di Marco Tuccillo (Defend Italia)

La storia ci insegna che al fenomeno della "Rivoluzione" si è sempre opposto quello della "Controrivoluzione", aspetto storico poco curato sui libri di storia o negli approfondimenti culturali in tv.

Durante il corso degli anni, la controrivoluzione è stata caratterizzata da quelle forze lealiste, che facevano della fedeltà al proprio Re o semplicemente alla propria dottrina ideologica, un vero e proprio culto per la quale valeva la pena lottare e morire.

Controrivoluzioni note, anche se differenti tra loro per quel che concerne contesto storico e ideologia, sono sicuramente: controrivoluzione sanfedista, controrivoluzione Vandeana,  controrivoluzione russa e anche se non allineabile ancora come tale, ma considerabile, la controrivoluzione del Donbass.

La controrivoluzione sanfedista, si attuò quando in Italia le monarchie tradizionali furono rovesciate e sostituite dalle repubbliche napoleoniche sostenute dall'esercito francese rivoluzionario. 

Il termine stesso fu creato dai rivoluzionari per definire i membri del partito avverso, poi è entrato nell'uso ed è tuttora quello maggiormente usato dalla storiografia, prevalendo sul termine «controrivoluzionari». 

Gli aderenti ai principi controrivoluzionari non usarono mai per sé il termine "sanfedisti", ma "lealisti" o "legittimisti".

La controrivoluzione sanfedista, fu di carattere lealista e religioso, infatti l'esercito prese il nome di ""Esercito della Santa Fede"; l'armata creata dal cardinale Fabrizio Ruffo che, tra febbraio e giugno del 1799, prese parte attiva alla restaurazione del dominio borbonico a Napoli ponendo fine alla Repubblica napoletana. 

Per analogia il nome fu esteso successivamente a tutti i  gruppi e alle associazioni cattoliche che, all'interno dei vari Stati italiani, lottarono contro i giacobini per la "difesa della Santa Fede" e, con essa, delle monarchie tradizionali.

La controrivoluzione vandeana, si sviluppò nel dipartimento di Vandea, che vide la propria popolazione insogere contro il governo rivoluzionario insieme alle popolazioni dei dipartimenti limitrofi.

Tale controrivoluzione, come quella sanfedista, fu di carattere lealista e religioso, infatti ciò che caratterizzò l'ideale vandeano era la forte posizione cattolica tanto da denominare il proprio esercito come "cattolico e reale". Gli ideali della Vandea controrivoluzionaria, sono direttamente proporzionali alla lotta contro una rivoluzione non voluta, portatrice di valori disfattisti e anti-tradizionali ma soprattutto anti-religiosi, promossi ferocemente dalla barbarie giacobina e di ciò che ne conseguì durante tutto il fenomeno rivoluzionario.

La controrivoluzione russa, si attuò durante la Rivoluzione rossa e bolscevica in Russia, sul finire del 1917.

La guerra civile venne combattuta principalmente tra i "Rossi" (bolscevichi e rivoluzionari) e vari gruppi controrivoluzionari detti "Bianchi" che si opponevano al regime bolscevico. I "Bianchi", così noti, ponevano in prima linea gli ideali di fedeltà allo zar e alla cristianità ortodossa, in quanto vedevano nei "rossi", ideologie di morte fatte di materialismo anti-tradizionale e anti-religioso; non è un caso, che i rossi bolscevichi durante la guerra civile colpivano maggiormente le chiese dimostrando, nella sua completa essenza, l'odio contro la cristianità in una forma mai vista prima in Russia.

Nonostante l'estrema resistenza dell'armata bianca (esercito zarista), quest'ultima capitolò il 17 Giugno 1923, lasciando campo aperto a quello che fu il fenomeno più brutale del XX secolo...il comunismo, nella sua forma politica e geografica denominata Unione Sovietica.

Anche nel Donbass, oggi, alcuni studiosi di geopolitica hanno cominciato a parlare di "controrivoluzione", in quanto nella struttura ideologica dei separatisti vi è una forte propensione alla cristianità ortodossa e al nazionalismo di matrice russa, valori per nulla percepibili nella causa Ucraina maggiormente improntata sulla visione occidentale della vita, filo-UE e filoamericana. Non è un caso, che nella guerra civile ucraina, è possibile vedere nella gran parte dei battaglioni del Donbass, simboli rifacenti alla Russia zarista e alla cristianità ortodossa, affiancati ad altre realtà di matrice "neopagana" (Vedere battaglione Rusich esempio) e "rossobruna" (Brigata Prizrak esempio). 

Mettendo a paragone l'Ucraina Governativa e il Donbass, si denota una linea caratterizzata da una visione completamente differente della società, della vita e del lavoro, proprio per questo possiamo parlare di "controrivoluzione" al mondo moderno e alle sue nefandezze occidentali marchiate Unione Europea e Stati Uniti d'America.


È possibile, oggi, parlare di  rivoluzione e controrivoluzione nelle varie aree ideologiche?

Ideologia rivoluzionaria, è giusto affermare come tale l'ideale in cui versa l'area, in quanto definirsi nazionalisti,tradizionalisti e fedeli ad una causa nei tempi che corrono risulta essere "rivoluzionari", appare come un paradosso ma non potrebbe definirsi diversamente una forza politica portatrice di tali valori.

Al contempo, non è erronea la definizione "controrivoluzionari", in quanto la nostra area politico-ideologica, da sempre, si è opposta alla rivoluzione progressista e materialista del '68, cercando di preservare quella poca purezza rimasta di "mondo antico" anche fisicamente, il che conseguì scontri di piazza e piombo, una parte di storia che ben conosciamo.

Attraverso azioni rivoluzionarie o controrivoluzionarie, l'obiettivo rimane la difesa delle tradizioni. Il rivoluzionario o controrivoluzionario si pone come difensore dei valori rifacenti alla tradizione culturale europea e religiosa, senza mettere da parte l'importanza del lavoro (concetto ben diverso da quello concepito dell'Occidente neoliberista) e della famiglia naturale.