sabato 31 marzo 2018

LA POLVERIERA BALCANICA PRONTA AD ESPLODERE?


di Marco Tuccillo (Defend Italia)

Non è mai stato facile per le popolazioni balcaniche vivere serenamente, hanno visto sempre l'oppressione delle potenze straniere, prima con la Jugoslavia comunista del Maresciallo Tito e dopo con la colonizzazione NATO made in USA, che ben conosciamo.

Una continua posizione di servitù che ha alimentato gli spiriti patriottici, facendo crescere i venti nazionalisti in tutta la penisola, un discorso che vale in particolar modo per i Serbi.

Questo grande popolo, ha dobuto subire sempre diverse tirannie come rettificato prima, e la guerra di fine anni '90 è stata una vera e propria tragedia.

Basti pensare ai bombardamenti NATO di quel famoso 24 Marzo 1999 (Operation Allied Force) fino ad arrivare alla creazione dello stato fantoccio del Kosovo, strappato alla Serbia per meri scopi politici, economici e di destabilizzazione targata NATO e USA.

Dopo la guerra, i problemi non sono di certo finiti anzi hanno visto il loro proliferare negli scontri tra le varie comunità etniche e religiose presenti sul territorio serbo-kosovaro.

Violenze all'ordine del giorno e veri e propri tentativi di sostituzione definitiva degli usi e costumi, tradizioni e culture, vigenti fino alla proclamazione dello stato indipendente del Kosovo.

Qella spirale di odio soffia ancora e a danno della minoranza serba, che vede i suoi diritti calpestati continuamente e le proprie ragioni soffocate con una repressione degna del peggior regime "EURRS". 

La comunità serba, inoltre, deve continuamente rimanere in silenzio dinanzi agli abbattimenti delle chiese, delle statue e di tutti quei simboli che la legano alla madrepatria Serbia. Voi direte "ma perché non se ne tornano in Serbia?" vi  risponderanno  con un semplice "e perché ciò dovrebbe avvenire?", dopotutto stiamo parlando della loro casa, delle loro radici, in quanto ritengono che il Kosovo sia Serbia e mai nulla potrà confermare il contrario.

Ultimo avvenimento, decisamente significativo, è quanto accaduto a Mitrovica nella zona serba della città dove Marko Djuric è stato arrestato, durante una regolare conferenza, dopo un blitz della polizia antisommossa kosovara.

Nonostante la regolarità dell'evento politico di Djuric, il governo del Kosovo ha ritenuto di fondamentale importanza mettere agli arresti un politico "non desiderato sul territorio".

Dopo l'arresto, la popolazione serba è scesa per strada dove ha aizzato barricate e provocato scontri con le forze dell'ordine, gridando slogan avversi all'Unione Europea e all'ONU per la loro collusione nei fatti che accadono, ogni giorno dagli anni '90, a loro danno.

La situazione, naturalmente, sta suscitando dei disordini diplomatici tra Belgrado e Pristina, una problematica non da poco

in un territorio già segnato e colmo di rivalità di ogni genere. Nella polveriera balcanica, un'altra situazione è quella tra Grecia e Turchia che preoccupa notevolmente, l'ennesima crisi politica tra altri due stati, questa volta dovuta ad un arresto illeggittimo del governo turco di due militari greci.

Un quadro complessivo che desta una certa attenzione su quello che potrebbere essere l'inizio di un ennesimo conflitto armato ad Est  dell'Europa e noi speriamo che ciò non avvenga, auspicando ad una pace fraterna tra tutti i popoli d'Europa e una collaborazione contro chi ha fatto della nostra destabilizzazione la propria fonte di guadagno.