venerdì 3 gennaio 2025

L'ANTIFERRARESE ANTIFASCISMO DI FERRARA, ANTISTORICO E SMEMORATO

RUBRICA, STORIA 

La saccenza di alcune organizzazioni ferraresi cianciano sovente di una terra dalla tradizione antifascista.

A smentire questa retorica é la storia di questa provincia, che parla una lingua diversa.
Smemorati e antistorici fanno finta di non ricordare alcuni passaggi della storia estense.

Basta fare una breve panoramica che va da Italo Balbo a Edmondo Rossoni; dalla fondazione di Tresigallo (la città segreta del Duce) alla addizione architettonica fascista  in città; dai toponimi ancora presenti come Italba (frazione in provincia col nome dedicato a Balbo)  al monumentale acquedotto; dallo squadrismo del 1919 tra il più intransigente e corposo d'Italia (la Celibano, ecc.) alle bonifiche; dal martire Edmo Squarzanti ai tanti personaggi di alto rango del regime (basta fare un giro alla Certosa per trovarne tanti); dalla presenza del qudrunviro della Marcia su Roma: il calabrese Michele Bianchi a capo della Camera del Lavoro ferrarese fino al primo spostamento in massa in Italia dei contadini dalle leghe rosse alle organizzazioni sindacali fasciste, avvenuto a San Bartolomeo in Bosco, che fa di fatto Ferrara la prima città dove il giovane fascismo incontra per la prima volta le masse, ovvero il fascismo di massa nasce qui. 
Vi dice qualcosa Iginio Ghisellini, il federale ferrarese amico personale di Mussolini? 

Forse non é chiaro, nel maggio del 1922 a Ferrara marciavano inquadrati militarmente 40 mila ferraresi in camicia nera, per renderci conto dei numeri stratosferici che in questo lembo di terra emiliana il fascismo era capace di schierare.

Per arrivare alla RSI dove Ferrara registrava il numero più alto di aderenti alle organizzazioni volontarie della Repubblica di Salò. 

Se parliamo di altri fascisti ferraresi noti come non menzionare Giorgio Pisanò. 

É probabile che senza Ferrara il fascismo si sarebbe affermato con qualche anno di ritardo.

Mussolini in persona teneva in gran considerazione Ferrara, tra i suoi cimeli conservava la tessera ad onore degli sauadristi ferraresi che era fatta in pelle di maiale conciata, che rappresentava goliardicamente la pelle degli avversari rossi.

Piace o non piace, questa é storia di Ferrara, non si può cancellare, le sue radici novecentesche più importanti sono queste.