Il primo novembre del 1922, nel corso di un comune scontro verbale tra un gruppo di giovani fascisti e giovani comunisti, si arrivò ben presto alle mani, poi alle bastonate ed infine alle pistole.
La rissa si concluse con il ferimento della guardia, Astorelli Umberto, colpito di striscio.
Sembrava tutto finito, quando il gruppo dei comunisti tornò sul posto (Piazza Lucente, oggi Piazza Pitagora) e aprì il fuoco, spararondo ad altezza uomo, colpirono a morte il camerata Antonio Cosentino, fascista della prima ora.
La morte di Antonio Cosentino balzò alle cronache nazionali, veniva celebrato come martire in tutta la nazione, divenne quindi un martirio simbolo, era caduto per la rivoluzione fascista.
Intanto, alla notizia, dai centri del marchesato crotonese iniziarono a confluire in città numerosi militanti fascisti ed assaltarono ed occuparono la Camera del Lavoro.
Riconosciuti gli assalitori, venne emanato dal comitato segreto del PNF crotonese un ordine di esilio perentorio di allontanarsi dalla città.
La lotta del fascismo della prima ora nel crotonese era particolarmente vivace, poi riprese con forza dal '43 in poi, quando tantissimi giovani crotonesi aderirono al fascismo clandestino contro gli anglo-americani.