Come oggi, il 23 marzo 1919, nascevano i fasci di combattimento, il sansepolcrismo da li a poco diventava rivoluzione fascista, ma cosa era il fascismo all'indomani del 23 marzo lo lasciamo dire al suo fondatore, Benito Mussolini:
IL FASCISMO SECONDO MUSSOLINI
Che cosa é questo fascismo, contro il quale si accaniscono invano i nemici vecchi e nuovi?
Che cosa é questo Fascismo le cui gesta riempiono le cronache italiane?
Sia concesso a noi, che abbiamo l'orgoglio di aver lanciato nel mondo questa superba creatura, piena di tutti gli impeti e gli ardori di una giovinezza traboccante di vita; sia concesso a noi di rispondere a queste domande.
Il Fascismo é una grande mobilitazione di forze materiali e morali.
Che cosa si propone?
Lo diciamo senza false modestie: governare la Nazione.
Con quale programma? Col programma
necessario ad assicurare la grandezza morale e materiale del popolo italiano.
Parliamo schietto: Non importa se il nostro programma concreto, non é antitetico ed é piuttosto convergente con quello dei socialisti, per tutto ciò che riguarda la riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro Paese.
Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o disprezza, ma soprattutto lo spirito fascista rifugge da tutto ciò che é ipoteca arbitraria sul misterioso futuro(...)
(...) Abbiamo
appena il tempo di evocare la data.
La battaglia infuria dovunque.
Le cronache sono rosse o arrossate dal latin sangue gentile fascista.
E poi, non abbiamo la stoffa dei commemoratori.
Camminiamo avanti e guardando dinanzi a noi.
È il nostro stile.
Siamo giovani, nati ieri e non abbiamo storia.
O ne abbiamo troppa.
Ma non ci pesa.
Non grava sulle nostre anime il passato,
perché il tumultuoso presente c'incalza verso l'avvenire.
Non eravamo in molti, nella sala di Piazza San Sepolcro (...) quando gettammo le prime
basi della nostra costruzione ideale.
Un centinaio forse.
Io stesso non mi cullavo in illusioni eccessive.
Mi contentavo di costituire, in prosieguo di tempo, un centinaio di Fasci nelle principali
città d'Italia.
Il Fascismo non aveva molti numeri per conseguire un successo di adesioni e di popolarità.
Si chiamava di "combattimento" e questa parola, dopo quaranta mesi di guerra, suonava ingrata alle
orecchie di molta gente; partiva in lotta contro il rinunciatarismo, il che alienava al fascismo le
simpatie di coloro che fanno dell' "imperialismo" per tutti i popoli, salvo che per quello italiano;
rivendicava la necessità dell'intervento in guerra e la grandezza della vittoria, la qual cosa urtava i nervi di quelli che intendevano superate le storiche differenze di neutralismo e interventismo,
finalmente scendeva in campo apertamente contro la demagogia socialista che consigliava tutti i malcontenti delle classi medie ed esasperava, nell'assurda aspettazione del paradiso russo, tutti i
fanatismi politici e le miserie morali del proletariato.
Dopo (...) lotte, varie e tempestose vicende, gettiamo uno sgurado sulla strada percorsa; il
punto di partenza ci appare straordinariamente lontano.
Il Fascismo dopo essersi affermato
trionfalmente nelle grandi città, dilaga, straripa nei piccoli paesi e sin nelle più remote campagne (...)
Tumulto e passare di uomini!
Giornate grigie e giornate di sole.
Giornate di lutto e giornate di trionfo.
Sordo rintocco di campane funebri; squillore gioioso di
fanfare all'attacco.
Fra poco il Fascismo dominerà la situazione.
Nell'annuale della fondazione, inchiniamoci dinanzi ai morti e salutiamo in piedi i vivi che si raccolgono a fiumane attorno alle nostre bandiere.
È la migliore gioventù d'Italia, la più sana, la più
ardimentosa.
Intanto, dietro le armature possenti, tutto il cantiere fascista é all'opera.
Chi porta le pietre, chi le depone, chi dirige e traccia i piani.
Avanti, Fascisti! Tra poco saremo una cosa sola! Fascismo e Italia!"
(Benito Mussolini, da "Diario della volontà")